Sette presenze in Serie D (tutte consecutive), di cui le prime sei con la maglia da titolare. Un gol (contro l’Imperia) e un assist decisivi (per Alvitrez con il Ligorna). Questo è l’ingresso nel calcio dei grandi di Tommaso Marras, attaccante del Chieri e secondo 2004 per minuti in campo nel girone A del massimo campionato dilettantistico nazionale.
L’approdo alla corte di Didu è arrivato in un mercoledì di settembre, il 22 per essere precisi. Da quel momento Tommy non è praticamente più uscito dal campo: “È successo tutto molto in fretta. In quella settimana mi sono allenato il lunedì e martedì, come sempre, con la Juniores. Poi mi hanno detto che avrei concluso la settimana allenandomi con la Prima squadra. Il venerdì sera mi hanno poi detto di presentarmi per la rifinitura il sabato mattina e in quel momento ho capito che sarei stato convocato. La domenica partiamo per la trasferta contro il Derthona e dopo pranzo il mister mi prende parte e mi dice che sarei stato titolare. Non me l’aspettavo. E quindi ho iniziato a provare un po’ ansia, ma soprattutto grande emozione. La cosa bella è che quando sono sceso in campo mi è passato tutto e avevo la mente completamente libera. E sono contentissimo di aver esordito e di come l’ho fatto”.
Prestazione vera e sette giorni dopo anche il primo gol nel nostro stadio per un ragazzo che stupisce non solo per le qualità tecniche, ma soprattutto per la maturità con cui ha gestito il passaggio dal settore giovanile ad una Serie D di vertice.
Il perché lo si può trovare facilmente nella passione e determinazione che mette in questo sport. A cominciare da quando si alza la mattina, perché per giocare nel Chieri, lui che vive a Novara, di sacrifici ne fare parecchi: “Mi sveglio alle 6:30, vado a scuola ed esco alle 12:30. Poi prendo il treno per Chieri e ritorno a casa verso le otto di sera. Lo studio? Cerco di gestire al meglio ogni tempo libero, ma il più delle volte studio in treno”.
Arrivato a Chieri nella scorsa stagione per giocare nell’Under 17 (campionato poi interrotto dopo tre gare per la pandemia), Marras è stato prima aggregato alla Juniores nazionale di Christian Viola e poi catapultato in Prima squadra. Un salto triplo assorbito con grande facilità: “Facile no, ma ho sempre cercato di fare del mio meglio ovviamente. Sono “piccolo” e sicuramente faccio fatica perché questa è la mia prima esperienza tra i grandi. È un mondo completamente nuovo, però cerco di dare il massimo, del fatto che sto facendo bene ne sono consapevole e lavorerò per fare sempre meglio”.
La sensazione è che Tommy sappia assorbire come una spugna ogni esperienza e trovarsi in una rosa come quella azzurra, con giocatori importanti e di grande esperienza, gli ha sicuramente facilitato il compito: “Mi hanno impressionato in tanti, a partire dai difensori come Conrotto, Benedetto e Pautassi, oppure in mezzo al campo dove D’Iglio e Alvitrez sono straordinari, o anche Ponsat là davanti. Mi trovo bene con tutti, i compagni mi aiutano davvero tanto. Quando sbaglio me lo fanno notare, pretendono molto da tutti e questo secondo me è molto importante perché ci spinge a migliorarci sempre. All’interno del gruppo ho stretto maggior amicizia con quelli che hanno un’età più vicina alla mia, ma anche con i grandi non ho nessun problema, sono tutti molto simpatici”.
E poi Chieri, una realtà che l’ha stregato: “A Chieri ho trovato una società seria ed è un aspetto per nulla scontato e io purtroppo ne so qualcosa. Un club che vuole sempre migliorare e che punta molto a valorizzare i giovani del suo settore giovanile”.
Attaccante esterno sull’out di destra: è questo il ruolo che Didu gli ha confezionato e dove lui è stato capace di sfornare prestazioni solide e importanti: “Da quando gioco a 11 avevo sempre fatto la punta centrale, poi quest’anno già dal ritiro in Under 19 e poi in Prima squadra mi hanno spostato a fare l’esterno: mi piace e credo di sentire mio anche questo ruolo. Sono consapevole che il fatto che stia giocando in Serie D mi metta in luce, però non me ne faccio un peso e cerco di stare sereno”.
Dal campionato Allievi alla Serie D, passando per l’amichevole alla Continassa contro la Juventus: “È stata una giornata spettacolare. Ho visto da vicino e condiviso il campo giocatori che fino al giorno avevo visto solo in tv: indimenticabile”.
Le difficoltà invece della D sono soprattutto fisiche: “Ho dovuto adattarmi soprattutto al ritmo, perché dal punto di vista mentale sono sempre stato abbastanza forte e determinato e ho trovato in squadra venticinque persone con la mia stessa mentalità e con la mia stessa voglia di migliorare e dare il massimo. Questa è la cosa che mi piace di più. In Serie D c’è molta intensità e devi essere bravo a giocare subito la palla perché hai subito qualcuno addosso che te la vuole togliere. Tatticamente mister Djdu mi sta aiutando tantissimo e i suoi consigli mi aiutano a comprendere meglio il gioco e in che modo può evolversi una partita. Dalle prime gare mi dice di giocare tranquillo e sereno, di fare ciò di cui sono capace e che tutto andrà bene”.
Come bene sta andando la squadra, con un avvio di stagione praticamente perfetto: “È un momento di serenità e consapevolezza, perché sappiamo di essere una squadra con grandi mezzi e possibilità, dobbiamo continuare a lavorare e passo dopo passo vedere a cosa possiamo ambire. Ogni partita fa storia a sé, è un campionato tostissimo, quindi niente calcoli”.
Qualche calcolo però Marras l’ha fatto. Mancano meno di due mesi alla sfida contro il Novara: “Grazie a mia nonna sono da sempre tifoso del Novara e lì ho fatto tutta la scuola calcio. Poi sono passato al settore giovanile dello Sparta, dove sono rimasto tre anni prima di venire a Chieri. Simpatizzo anche per la Juve, ma essendo cresciuto nel contesto stadio con una nonna super tifosa, ho sempre tifato per il Novara. Ma non quest’anno, visto che è nel nostro stesso girone. Il 22 dicembre (giorno di Novara-Chieri) è anche il compleanno di mia nonna, quindi, spero di fargli un brutto regalo! Sarà una grande emozione perché è lo stadio dove ho sempre sognato di giocare. Sono sempre andato fin da piccolo al Silvio Piola, mi portava mia nonna e poi da più grande ho iniziato ad andarci da solo”.