Roberto Sorrentino: “Grandi responsabilità e voglia di migliorarci”

25 luglio, Casa Chieri, una nuova proprietà, un nuovo staff tecnico, nuovi giocatori, un nuovo inizio, lo stesso desiderio di sempre di migliorarsi unito dall’ambizione di alzare l’asticella e mettersi in gioco per qualcosa di più grande. Cosa sarà il campo a definirlo.
Parte così il ritiro del nuovo Chieri di Stefano Sorrentino, con l’ex portiere che ha fermato i migliori attaccanti del mondo per un ventennio e che ieri ha tenuto il primo discorso alla squadra nel cerchio di centrocampo del Rosato. Poi è toccato all’allenatore Roberto Sorrentino prendere la parola e spiegare alla squadra ciò che vorrà vedere da oggi in avanti. Una scena già vissuta parecchie volte, dato che per lui la stagione 2022/2023 sarà la 33esima da tecnico in carriera: “Ciò che questa volta è diverso è che adesso sono parte in causa anche come proprietà, essendo Stefano il mio presidente. La voglia di far bene ovviamente c’è sempre stata, ma in questo caso le responsabilità inevitabilmente aumentano – racconta Roberto Sorrentino a margine della prima sgambata – Ma è il mio lavoro: tra Italia ed estero ho allenato in tutte le categorie, quindi nessuna indecisione. Ovunque sia stato, ho sposato sempre i progetti più che le categorie, e ho sempre cercato di centrare gli obiettivi che mi venivamo chiesti. Vediamo di tirare fuori qui a Chieri quell’esperienza che possa aiutare i giocatori ad esprimersi al meglio”.
Che campionato sarà?
“Un campionato certamente difficile che conosco. L’obiettivo è quello di far bene e continuare il percorso intrapreso magistralmente da Luca Gandini e quindi di migliorare. Credo che società e direttore sportivo abbiano allestito una squadra importante, mettendo in pratica quanto aveva detto il presidente durante la conferenza stampa di presentazione: valorizzare i nostri giovani e quelli del territorio”.
Che poi è una tua caratteristica…
“È quello che ho sempre fatto. Il futuro è dei giovani, il mio compito è costruire un impianto di squadra che ci consenta di farli crescere. Non ho mai giocato solo con gli under obbligatori, ne ho sempre messi di più in campo. Per questo però avrò ovviamente bisogno di un gruppo coeso: perché nei momenti belli i giovani sono motivatissimi e vanno forte, in quelli più complicati possono andare in difficoltà”.
Quindi il primo obiettivo è formare un gruppo forte dentro?
“La forza di una squadra è avere un gruppo unito, in cui remano dalla stessa parte, sia l’over che l’under. I ‘vecchi’ devono spingere per confermarsi, i giovani per affermarsi. Sul piano della completezza della rosa, nonostante avessimo già un buon centrocampo, ci mancava forse un po’ di fisicità. Abbiamo cercato questo profilo e poi abbiamo puntato con il direttore Montanaro su Bortoletti”.
Parlavi di una rosa importante: già pensato come metterla in campo?
“Non sono mai stato uno fissato per un solo sistema di gioco. Vorrei però che la mia squadra sapesse variare ed essere duttile in base agli avversari e alle situazioni della partita. Io per far questo metterò i giocatori nelle posizioni in cui possano esprimersi al meglio. La prima caratteristica? Deve essere aggressiva”.