Cinque domande a… Davide Bellotto

Responsabile del Settore Giovanile nonché allenatore in prima persona di un gruppo: chi meglio di Davide Bellotto per fare il punto sul lavoro che stanno svolgendo le annate dal 2005 al 2002?

Il bilancio della prima parte di stagione?
«Buone prestazioni accompagnate da eccellenti risultati: il bilancio è ottimo. A livello di risultati abbiamo tutte le squadre prime o seconde in classifica, per la precisione tre prime e due seconde. A livello di crescita – la cosa principale, visti l’età e che si chiama Settore Giovanile – la crescita dei gruppi è stata molto importante. Dall’inizio dell’anno ho visto tutte le squadre lavorare bene e i giocatori crescere sia sotto il profilo prettamente calcistico sia nella mentalità».
Cosa ti soddisfa di più di quanto fatto finora? E in cosa credi si debba migliorare maggiormente?
«Vedere delle squadre che cercano sempre di fare un calcio propositivo, vedere dei giocatori che si impegnano e danno tutto per vincere, e che vincono attraverso il gioco e non stanno lì a speculare sul risultato: questa caratteristica mi soddisfa molto, e credo si possa migliorare ulteriormente. La voglia di migliorarsi fa parte di quello che devono avere ogni allenatore e ogni giocatore per raggiungere degli obiettivi. Di sicuro si può migliorare su tante piccole cose: la collaborazione tra tutti gli allenatori è ottima, quel che può essere migliorato è lavorare ogni giorno sui dettagli e cercare di far crescere singolarmente ogni giocatore per portarne il più possibile nella Juniores nazionale, e di conseguenza in prima squadra».
Che metodo di lavoro ha il Settore Giovanile del Chieri?
«C’è un metodo comune impostato dalla società con la collaborazione del direttore tecnico Vincenzo Manzo e la mia supervisione. Quello che cerchiamo di dire a tutti i nostri allenatori è di fare un calcio propositivo. Crediamo che il gioco, mantenere la palla e giocare in modo offensivo, siano la strada migliore per formare giocatori e renderli pronti per il salto con i grandi, e soprattutto per creare dei giocatori che possano fare la differenza. È un lavoro dove tutti seguono la linea comune del gioco propositivo, però lasciamo anche molta libertà agli allenatori, ad esempio la scelta del modulo e dei mezzi di lavoro per raggiungere questi obiettivi, in base ai modi che ogni allenatore sente più vicini al suo modo di essere e di allenare».
Il tuo doppio ruolo di responsabile del settore giovanile e di allenatore dei 2005, cosa ti dà in più e cosa eventualmente ti “toglie”?
«Può aggiungere che ho un allenatore in meno con cui parlare. Di sicuro non toglie nulla: passo tutto il giorno sul campo, sabato e domenica vedo tutte le partite e quindi seguo le vicissitudini di tutte le squadre con grande impegno. Il fatto di allenare può aiutare anzi a conoscere ancora più a fondo i gruppi anziché vederli soltanto da fuori da responsabile. Gli altri allenatori credo che rispettino questo mio doppio ruolo, io mi sono trovato molto bene con loro, sono contento di questo e spero che possa proseguire».
Un obiettivo da qui a fine stagione?
«Dal punto di vista dei risultati, l’obiettivo sarebbe mantenere queste posizioni di classifica e portare uno o più titoli regionali al Chieri. È importante non avere rimpianti, quindi che tutte le categorie abbiano fatto un percorso importante arrivando alla fine per potersi giocare qualche titolo. L’obiettivo più a lungo termine è che sempre più giocatori del nostro Settore Giovanile possano andare nella Juniores nazionale e poi in prima squadra, così come sta succedendo che le nostre squadre di Giovanissimi sono formate in gran parte da giocatori della Scuola Calcio. Nel Settore Giovanile cerchiamo quindi anche di proseguire l’ottimo lavoro della Scuola Calcio».

(Foto di Piergiorgio Lunati)